Se sfogliamo i cataloghi dei produttori di esche artificiali, non solo esteri ma anche italiani, troviamo ultimamente esche e o vernici con particolari colorazioni “ad emissione di luce”.

È l’ultima frontiera delle innovazioni, grazie anche a sostanze ,un tempo tossiche ora innocue, utilizzate nella costruzione o che vanno maneggiate in caso di fai da te. Stiamo parlando della pesca con “lampi nel buio” o per dirlo all’americana “Glow-in-the-dark”. Non si tratta una tecnica ma piuttosto di una tattica basata su esche artificiali colorate con particolari colori e tinture. Alla base della colorazione ci sono i concetti di fluorescenza e di fosforescenza. Nel primo caso troviamo oggetti che, colpiti dalla pur minima luce, emettono colori di intensità estremamente visibile, come nel caso del giubbotto che tutti siamo obbligati ad avere in macchina. Nel secondo caso sono presenti oggetti, esche testine e via discorrendo, che una volta “caricate” con una normale lampada o luce solare, emettono spontaneamente luce propria del colore dei pigmenti da cui sono formate, come esempio i numeri visibili al buio dei nostri orologi. Entrambi emettono “luce”, ma i primi quando manca la “sorgente” smettono di “emettere”. Questa è la loro sostanziale differenza.

Analizziamo ora l’aspetto tattico, ossia quello che più ci interessa. I pesci non distinguono correttamente la forma bensì i riflessi emessi dalla preda. Studi scientifici hanno rilevato che essi sono più sensibili a certi colori che ad altri. La scala dei colori percepiti varia da animale ad animale. Alcuni sono più sensibili al rosso, altri all’arancio, altri al giallo e così via. Dipende dalla configurazione del loro apparato visivo. L’acqua a sua volta filtra le radiazioni luminose man mano che aumenta la profondità, per esempio il rosso “passa” sino ai 3 metri. Questo nel caso di acqua limpida ma se è torbida, per i più svariati motivi, le cose cambiano peggiorando. Il concetto fondamentale che sta nell’utilizzo di tali esche è il seguente: presentare a qualunque profondità e condizione luminosa un’esca che “mostri” alla nostra preda una colorazione che più la stimoli ad effettuare o continuare un’azione di attacco. Per rendere al meglio, entrambi i tipi di esca vanno utilizzati nelle giuste condizioni, ossia acque torbide e o con luminosità scarsa o addirittura assente. Un’esca fluorescente può essere utilizzata sino ad una profondità massima di 2-3 metri. Oltre tale profondità è meglio passare ad esche fosforescenti. Esse, considerando il fatto che emettono luce propria, non sono condizionate dalle condizioni ambientali. In altre parole profondità, opacità, luce, non hanno importanza, loro emettono comunque luce. Pensiamo al vantaggio non indifferente di rendere più visibile la nostra esca su fondali di oltre 5 metri con acqua magari estremamente torbida dove non si vede nulla. Se gli artificiali “fluorescenti” si trovano ormai in tutti i negozi quelli fosforescenti come le rispettive vernici non sono di facile reperibilità. Occorre affidarsi a quei pochi negozi locali che si riforniscono all’estero o acquistarli direttamente in Internet